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Il dolore negli animali

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Sebbene non possano dircelo esplicitamente non esiste motivo per mettere in discussione l’evidenza che i nostri animali provino dolore.

Pur con questa certezza, il modo in cui lo esprimono non è altrettanto intuitivo, non potendo usare la parola per descriverlo, ed è tuttora oggetto di sempre maggiori studi e approfondimenti. Il dolore è in effetti prima di tutto un sintomo, comune a quasi tutti gli stati di malattia ma, come evidente anche nell’uomo, produce reazioni individuali molto differenti a seconda non solo della causa e dell’intensità del danno che lo provoca, ma anche del tipo di stimolo e della tolleranza di chi lo prova.

Volendo schematizzare una sensazione complessa, il dolore in base alla sede del danno può essere:

  • somatico (malattia di cute, muscoli, tendini e ossa)
  • viscerale (danno agli organi interni)
  • neuropatico (provocato da danni diretti al sistema nervoso)

In base alla durata nel tempo può essere suddiviso in:

  • acuto, come quello provocato da una frattura, da una colica addominale o conseguente ad un intervento chirurgico, che si risolve con la risoluzione del danno da cui è insorto;
  • persistente, quale il caso dell’osteoartrite o di alcune malattie oncologiche, che non può risolversi spontaneamente perché il danno non è riparabile;
  • cronico, che si autoalimenta indipendentemente dal danno che l’ha provocato in origine e che produce cambiamenti comportamentali e organici che deteriorano lo stato mentale e fisico di chi lo prova.

Un dolore che si manifesta in maniera ACUTA provoca segni di sofferenza improvvisi e molto evidenti che non sfuggono né al proprietario né lasciano dubbi al medico veterinario.

In questo caso il trattamento clinico e farmacologico è generalmente efficace e rapido.

Laddove la causa del dolore sia prevedibile, quale il caso di interventi chirurgici, lo stimolo che lo provoca può e deve essere prevenuto o minimizzato.

Lo staff di ANIMALIA, a questo proposito, ha sviluppato un approccio cosiddetto “multimodale” al dolore anche chirurgico, il cui trattamento comincia prima dell’intervento, continua durante la chirurgia e prosegue nel periodo postoperatorio, in modo da garantire una minima stimolazione dolorifica durante tutto il percorso.

Quando invece il nostro animale si trova ad avere a che fare con dolori PERSISTENTI mette in atto una serie di modificazioni fisiche e del comportamento meno eclatanti e più complicate da percepire anche per chi lo conosce bene, seppure possa essere affetto da un dolore anche grave. Quando i nostri amici, giovani o anziani che siano, comprendono che non possono risolvere la causa del dolore in effetti provano ad abituarsi a convivere con essa che, giorno dopo giorno, purtroppo rischia di logorarli in silenzio.

Alcuni dolori persistenti sono provocati da malattie non guaribili come l’osteoartrosi, estremamente comune anche nei giovani, o malattie oncologiche. Altre volte sono conseguenti a patologie curabili, ma sottovalutate come le otiti o le malattie dentali, che devono essere diagnosticate e trattate correttamente perché non evolvano in dolori cronici e provochino danni non più risolvibili.

In tutti i casi, se si parla di dolore persistente la sensibilizzazione del proprietario e la sua assoluta collaborazione è indispensabile perché il veterinario possa giungere ad una corretta diagnosi e metta in atto quanto necessario per poter trattare al meglio lo stato di sofferenza dell’animale.

Non è infrequente che cani tolleranti al dolore e la grande maggioranza dei gatti, mostrino segni limitati e tanto diluiti nel tempo da far si che un proprietario non esperto attribuisca i sottili cambiamenti che nota ad una generica “vecchiaia” o ad un giovane particolarmente ozioso.

La strada per risolvere questi tipi di dolore è decisamente più impervia di quanto detto per il dolore acuto e necessità di esperienza nostra e costanza vostra, ma Vi assicuriamo che il vostro animale, anche se anziano, può tornare ad avere ancora voglia di giocare, correre, non dormire troppo e mangiare di gusto!

Una buona notizia è che da alcuni anni il dolore negli animali è oggetto di grandi attenzioni ed è nata una branca della medicina veterinaria ad esso dedicata, l’ALGOLOGIA VETERINARIA. Questo significa che oggi abbiamo modo di sapere sempre di più sulla sensazione dolorifica, sui complessi meccanismi attraverso cui si sviluppa, sui punti chiave di regolazione della sensazione e sui diversi modi in cui si può manifestare. Le aziende farmaceutiche dedicano molti sforzi alla produzione di farmaci e integratori essenziali a trattare il problema nella sua complessità. Tutto ciò ci consente di gestire in modo specifico ogni singola situazione, “ricamando” l’approccio terapeutico sulle necessità di ogni singolo animale a seconda delle esigenze.

Bisogna precisare che i tipi di dolore fin qui descritti sono di fatto considerati sintomi di una malattia principale e come tali devono essere trattati e gestiti.

Tuttavia se non correttamente diagnosticato e curato il dolore diventa malattia esso stesso, manifestandosi nella sua forma cosi detta CRONICA e andando a produrre effetti dannosi indipendentemente dalla causa che lo ha scatenato. Le manifestazioni sia eccessive che depressive di questo stato multiforme di malattia incidono in maniera diretta sulla qualità di vita dell’animale, sul suo benessere, sulla capacità di guarigione da qualsiasi altra malattia, sulle relazioni e sulla stessa convivenza tra proprietario e animale.

L’obbiettivo che lo staff di ANIMALIA si propone è quello di prevenire l’insorgenza di questa grave patologia in quanto il suo trattamento è una vera e propria sfida clinica che necessità di grande dedizione e affiatamento tra veterinario e proprietario, dalla quale non sempre si esce vincitori.

Il vostro ruolo in questa problematica è essenziale come dimostra il fatto che in tutte le SCALE DEL DOLORE applicate nel gatto e validate nel cane la prima parte è interamente dedicata a domande al proprietario.

Di seguito vi proponiamo alcune tipiche domande, tratte da due scale ufficiali per la valutazione del dolore osteoartrosico: “HCPI” per il cane e “Feline MiPSC” per il gatto.

Questionario 1: IL TUO CANE

  1. In termini di umore è vivace?
  2. Gioca volentieri?
  3. Non vocalizza (uggiola, si lamenta o piange) quasi mai?
  4. Cammina con facilità?
  5. Trotta con facilità?
  6. Galoppa con facilità?
  7. Salta (ad es. in macchina, sul divano) con facilità?
  8. Si corica con facilità?
  9. Si alza da steso con facilità?
  10. Si muove con facilità dopo essere stato fermo a lungo?
  11. Si muove con facilità dopo un’attività molto intensa o esercizi più pesanti?

Questionario 2: IL TUO GATTO

  1. Salta verso l’alto come la solito?
  2. Salta verso il basso come al solito?
  3. Sale i gradini/le scale come al solito?
  4. Scende i gradini/le scale coma al solito?
  5. Corre normalmente?
  6. Rincorre le cose che si muovono (giochini, prede, etc.)?

Se prestando attenzione al vostro animale valutate negativamente alcune di queste attività potrebbe essere il momento giusto per chiamare e prenotare una visita con noi!

Dott. Bruno Manuguerra