VACCINAZIONI: un mondo in evoluzione
Recentemente la WSAVA (World Small Animal Veterinary Association) ha emanato le nuove linee guida sulle vaccinazioni di cane e gatto.
Le principali novità, basate ovviamente su studi scientifici comprovati, risiedono nel fatto che non esistano più dei piani vaccinali “precostituiti”, ma, alla luce delle nuove conoscenze, si può creare un piano vaccinale ad hoc per ogni singolo animale, a seconda delle sue condizioni al momento della nascita e di quelle che saranno le future condizioni di vita.
Quindi il piano vaccinale di un cane o gatto nato in allevamento, figlio di genitori vaccinati, adottato da un privato sarà molto diverso dal piano vaccinale di un animale recuperato magari per strada e preso in carico da un canile/gattile.
In linea di massima, per garantire un’efficace immunizzazione ad un cucciolo, bisogna effettuare richiami vaccinali regolari ogni 3 – 4 settimane fino a passare oltre i 4 mesi di età; questo perché non sappiamo fino a quando gli anticorpi che ha assunto dalla madre possano interferire con gli anticorpi vaccinali, rendendo scarsa o nulla l’efficacia della stimolazione vaccinale.
Inoltre, dopo i primi tre anni di richiami vaccinali effettuati regolarmente, si può considerare efficacia la protezione nei confronti di alcune malattie per le quali il richiamo può diventare anche triennale, a seconda del grado di rischio a cui è esposto l’animale.
La presenza, inoltre, di altri animali conviventi o di persone con sistema immunitario “fragile” all’interno del nucleo familiare, sono altre condizioni da prendere in considerazione nel pianificare le vaccinazioni.
Oltre alle vaccinazioni ritenute solitamente necessarie (le cosidette “core”) ci sono vaccinazioni da eseguire solo in casi particolari (sono le vaccinazioni “non core”) come ad esempio la vaccinazione antirabbica (indispensabile per andare all’estero, Europa compresa) o la vaccinazione per leishmania, da somministrare solo nei casi in cui il cane sia esposto al rischio concreto di contrarre la malattia.
La possibilità di testare il titolo anticorpale e quindi valutare la necessità effettiva di somministrare il vaccino esiste solo per alcune malattie, come ad esempio cimurro, epatite e parvovirosi per il cane e panleucopenia, herpesvirus e calicivirus per il gatto).
In ogni caso, la scelta migliore rimane rivolgersi al proprio veterinario di fiducia per scegliere insieme il piano vaccinale più efficace per ogni singolo animale.